HALLEL הַלֵּל

HALLEL הַלֵּל

22 Febbraio 2023 Off Di Hora Aboav

HALLEL הַלֵּל (Hallèl)!

‘הַלְלוּ יָ-הּ ׀ הַלְלוּ עַבְדֵי ה’ הַלְלוּ אֶת־שֵׁם ה’

(Hallelu y-àh | hallelù ‘avde’ Hashèm hallelù et-Shem Hashèm.)[1]

«Halleluyàh![2]Lodate o servitori dell’Eterno, Lodate il Nome dell’Eterno.»

In risposta a queste parole, la folla rispondeva con le parole del secondo verso e proclamava: «Sia benedetto il Nome dell’Eterno da ora per tutta l’eternità!»

Così inizia l’Hallel, la preghiera di lode per eccellenza che consta di sei capitoli dei [3]Salmi e si recita durante le feste ebraiche e nel CAPO MESE רֹאשׁ חֹדֶשׁ (Rosh Chodèsh). Hallèl הַלֵּל traduce LODE ed è un sinonimo di תְּהִלָּה (Tehillàh)[4]. La loro radice deriva dai suoi radicali ה ל ל (He’-Làmed-Làmed): nella sua forma rafforzativa לְהַלֵּל (Lehallèl), si muove nel tema del lodare, elogiare, esaltare, celebrare. Nella forma attivaלָהֹל  (Lahòl) diventa illuminare, splendere e secondo Hirsh, essa significa anche RIFLETTERE:«…ricondurre i raggi verso la sorgente da cui provengono e concepirli come l’irradiamento di quella stessa sorgente»[5].

«Halleluyàh! É buona cosa cantare al nostro Dio, perché dolce e giusta è la lode![6]»

Hallèl ה ה ל : la lettera  הdal suono ancestrale della preghiera, si espande con un doppio movimento verso l’esterno e si eleva con le due ל , pronta a trasformare il tutto in vero alito spirituale.

Una lode che superi ogni frontiera e ogni popolo e riconosca Hashèm come “MIO SIGNORE” אֲדֹנָ-י (Adonà-y) che è in relazione con הַלֵּל perché ambedue i termini hanno un valore numerico di 65.[7] Solo due versi[8] per esortare tutte le genti a lodarLo e per riconoscere la Sua Bontà e la Sua eterna verità.

I temi di questo corpo liturgico sono tutti nel ricordo della gloria e della potenza divina: l’uscita degli ebrei dall’Egitto, il passaggio del mar Rosso, la promulgazione delle dieci parole e altri argomenti di natura escatologica. L’Hallel non si legge per intero durante il רֹאשׁ חֹדֶשׁ (Rosh Chodèsh) e anche durante la festività di פֶּסַח (Pesàch), eccetto che nei primi due giorni, in ricordo della morte dei primogeniti egiziani. Il dolore di Hashèm viene raccontato dal midràsh[9].

הוֹד֣וּ לַה’ כִּי־טֹ֑וב כִּ֖י לְעֹולָ֣ם חַסְדֹּֽו

(Hodù laHashèm chi tov; chi le’olàm chasddò.)

«Ringraziate l’Eterno perché (è) buono e perché (è) perenne la Sua carità (Bontà, misericordia)».

Che ci sia sempre nei nostri cuori la presenza di una gratitudine vera e sincera!



[1] Salmi 113,1-2

[2] Lodate il Signore!

[3]Salmi 113-118

[4] H.Aboav, Crescere con le radici delle parole ebraiche, Castelvecchi, Roma 2020, p. 107

[5] E. Munk, (Trad. M. Ascarelli Romano) Il mondo delle preghiere, D.A.C, Roma 1992, p.16.

[6]Salmi 147,1

[7] Adonà-y, è l’appellativo del Tetragramma che si nomina nelle preghiere.

[8] Il Salmo 117 è il capitolo più breve di tutto il Tanàch.

[9] H. Aboav, 2020, p.131.