TIMORE יִרְאָה  (Yiràh)

TIMORE יִרְאָה (Yiràh)

21 Febbraio 2022 Off Di Hora Aboav

TIMORE יִרְאָה  (Yiràh)!

La sua radice è י ר א (Yod-Resh-Àlef) e significa TEMERE ma anche relazionarsi con RISPETTO, CONSIDERAZIONE e TIMORE: traduzioni della parola יִרְאָה  (Yiràh) oltre PAURA.
É noto che dobbiamo imparare ad amare e temere il Signore.
Proverbi 3,7 ci insegna : 

 יְרָ֥א אֶת־ה’ וְס֣וּר מֵרָֽע׃ ….

(…Yerà et Hashèm vesùr merà’!)

<<Temi il Signore ed allontanati dal male!>>
TIMOREיִרְאָה  (Yiràh) e PRODEZZA, CORAGGIO e FORZA גְבוּרָה (Ghevuràh) hanno lo stesso valore semantico 216 e sono in consonanza con l’espressione di Esodo 18, 21 in cui si riconosce che gli uomini valorosi temono Dio.
Ricordiamo le parole di Giacobbe dopo il sogno della scala che esprimono tutto il suo coinvolgimento emotivo a contatto con un’esperienza spirituale straordinaria:
“…. וַיִּירָא֙ וַיֹּאמַ֔ר מַה־נֹּורָ֖א הַמָּקֹ֣ום הַזֶּ֑ה”

(Vayyirà vayyomàr :- Mah – norà hammakòm hazzèh; ….)

<<Ed ebbe timore e disse:- Quanto è terribile questo luogo!>>

Frase che troviamo spesso iscritta alla porta delle sinagoghe.
Cerchiamo dentro di noi la forza per suscitare il senso dell’incontro profondo.

Si richiede molta attenzione a non confonderla con la radice del VEDERE (Resh-Àlef-He’) ר א ה  perché essendo verbi irregolari, molte volte perdono una radicale e possiamo trovare sul Testo solo רא . La גִימַטְרִיָּה  (Ghìmatriyàh) 216 è anche lo stesso valore di וַיִּיקָץ (Vayyikàtz) E SI SVEGLIÒ. Un’espressione che svela un momento di vero risveglio e di nuova conquista spirituale: una maturazione improvvisa come accade ai frutti d’ESTATE קַיִץ  (Kayìtz).

Così capitò a Giacobbe יַעֲקֹב e al Re Salomone שְלֹמֹה הַמֶּלֶךְ  dopo il loro sogno.
La י  , prima lettera del Tetragramma, apre la parola TIMORE יִרְאָה (Yiràh) e la proietta nella dimensione del metafisico. Offre un movimento verso l’Alto. È libera e pur essendo la più piccola, può rivelarsi nella sua maestosità e dare alla ר la possibilità di manifestarsi nella forza totalizzante della coscienza. La א ristabilisce ogni qual volta ve ne sia necessità, l’aspirazione equilibrante dell’unità e dell’incontro. Termina la parola, la frequente ה  nella sua determinazione femminile. É commovente percepire la parola TIMORE יִרְאָה (Yiràh) al femminile.
Il TIMORE DI DIO ‘יִרְאַת ה  (Yiràt Hashèm) è una funzione spirituale e deve accompagnarsi anche con הָאַהֲבָה l’AMORE : le due colonne della vera fede. I salmi insegnano:

‘רֵאשִׁית חָכְמָה יִרְאַת ה

 (Reshìt chochmàh yiràt HaShèm  111,10)

<<IL PRINCIPIO (FONDAMENTO) DELLA SAGGEZZA (è) IL TIMORE DI DIO.>>
“Timor di Dio non significa per l’ebreo: aver paura di Dio ma aver coscienza della sua inconcepibilità […] Solo attraverso il timore di Dio, l’uomo penetra talmente nell’amore di Dio da non poterne più essere cacciato” (Martin Buber cit. D. Lattes, Aspetti e problemi dell’ebraismo, p.59.)