VANITÀ הֶבֶל (Hèvel)

VANITÀ הֶבֶל (Hèvel)

6 Febbraio 2022 Off Di Hora Aboav

VANITÀ הֶבֶל (Hèvel)!  Chi non conosce le parole di קֹהֶלֶת  Kohèlet (Ecclesiaste 1,2):

: הֲבֵ֤ל הֲבָלִים֙ אָמַ֣ר קֹהֶ֔לֶת הֲבֵ֥ל הֲבָלִ֖ים הַכֹּ֥ל הָֽבֶל

(Havèl havalìm amàr Kohèlet havèl havalìm haccòl hàvel:)

<<VANITÀ delle VANITÀ, dice Kohèlet, TUTTO è VANITÀ!>>.

La parola הֶבֶל (Hèvel) nasce come VAPORE, SOFFIO, FIATO che si esprime nel respiro. Oggi viene usata anche per VACUITÀ, STOLTEZZA, MANCANZA DI VALORE, INUTILE. In Geremia è espressa addirittura come IDOLO אֱלִיל (Elìl) . La stessa parola è anche il nome del secondo figlio di ADAMO אָדָם.

Rav. R. S. Hirsh nel suo commento alla Torà elabora proprio il nome di הֶבֶל (Hèvel) הֶבֶל: è vicina alle parole אֹפֶל (Òfel) NEBBIA, BUIO luogo nel quale non c’è entrata per la LUCE אוֹר (Or), עֹפֶל (‘Òfel) una costruzione alta che non permette di essere toccata, אֲבָל (Avàl) MA  parola avversativa. Stesse lettere di אֵבֶל (Ével) LUTTO: dolore per la vita che è stata presa. Dalla riflessione di trovare un legame fra queste radici egli afferma che sono tutte legate al significante di OSTACOLARE, ARRESTARE, IMPEDIRE. Hirsh prosegue con il mettere in evidenza la parola חֶבֶל (Chèvel s. gutt.) = כֶּבֶל (Chèvel) CORDA, CEPPO e giunge di nuovo alla radice di הֶבֶל (Hèvel) ה ב ל, spiegando ulteriormente: הֲוָיָה (Havayàh) REALTÀ, ESISTENZA CHE TRASCORRE alla quale SI IMPEDISCE IL PROSEGUO. É interessante riflettere che anche la Vanità umana, rappresentata dall’ ORGOGLIO גַאֲוָה ( ג א ה – Gaavàh)  sia ugualmente così effimera!

TUTTO è VANITÀ הַכֹּ֥ל הָֽבֶל (Haccòl hàvel)! Non è facile affrontare questa riflessione! Questo argomento è così vicino a tutti noi ma in effetti ci trova impreparati. I maestri insegnano che niente accade se non per VOLONTÀ dell’Altissimo ‘רָצוֹן ה (Ratzòn Hashèm). Se riuscissimo ad accettarlo di cuore, potremmo affannarci molto meno e ottenere senz’altro di più con un dispendio energetico minore. Ci restano di grande conforto le parole sublimi del capitolo 51 di Isaia, verso 12:

אָנֹכִי אָנֹכִי הוּא מְנַחֶמְכֶם  

(Anochì, Anochì hu menachechèm –ch suono gutturale ח,כ)

«(SONO) IO, (SONO) IO IL VOSTRO CONSOLATORE»!